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Il fascino discreto delle copertine a e s t h e t h i c (#1)

Chi è senza peccato?

Molti lettori non lo ammetteranno mai, ma è difficile negare il potere persuasivo di una bella copertina. Vogliamo crederci superiori, impassibili alle esche evidenti per quei superficiali che entrano in libreria due volte l'anno. O peggio, a dei bookstagrammer (solo scriverlo mi fa rabbrividire). Noi siamo fini intellettuali. Quello che ci interpella è il contenuto. Eppure, il "guscio" del contenuto, il paratesto (per citare Genette) è là e ci seduce. È concepito proprio a questo scopo. Quindi, propongo di accettare il fatto che l'occhio vuole la sua parte, di esorcizzare questa contraddizione straziante, presentando una selezione delle mie copertine preferite.

[Per rispettare il carattere trash del soggetto del post, ogni paragrafo sarà seguito da una "faccina" in qualità di recensione]

1. La straniera





Il primo libro della mia rassegna è questo caso letterario, tra i finalisti del premio Strega 2019. Un rosso lussurioso, e la misteriosa ragazza con un bob impeccabile e un trench in pendant che si mimetizza con lo sfondo. Chiusa in un angolo. Faccina con il monocolo

2. Alias Grace



La casa editrice inglese Virago ha dedicato una serie speciale ai romanzi della canadese Margaret Atwood. Ho messo le mani su Alias Grace dopo aver visto la serie prodotta da Netflix, quando ancora vivevo a Cambridge. Mi dava confronto guardare lo sfondo monocromatico, la testa della donna dallo sguardo triste, ritagliata e incollata sul busto disegnato. Il titolo più piccolo rispetto al cognome della scrittrice è un po' cafone, ma glielo perdoniamo, dato che si tratta di un tributo alla sua opera. Faccina con i cuoricini

3. Libertà



Un tramonto vivido, un bosco riflesso in uno specchio d'acqua. Il profilo di uccellino colorato in primo piano, forse una cinciarella. Per un romanzo famigliare ambientato nel Midwest, non puoi chiedere di meglio. Faccina stellata

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